La televisione non esiste: sono solo figurine

SDRAMMATIZZANDO LA TV
di Giacomo Verde

I giochi e le attività con il video, che propongo di solito, nascono come strumento ludico per affrontare il mostro tv; sono dedicati a chi sente il problema della televisione e a chi ha voglia di sperimentare nuove possibilità..

Nella società dell’informazione, dove esiste un eccesso di informazioni disponibili, il principale modo per orientarsi e scegliere cosa vedere è seguire il piacere. Chi fa televisione, o informazione-spettacolo, lo sa benissimo: tutti i messaggi prodotti devono avere una confezione piacevole altrimenti non hanno la minima possibilità di essere presi in considerazione. Questo dominio del piacere si scontra apertamente con la concezione di cultura e apprendimento che si ha nella maggioranza dell’ambiente scolastico. Nonostante diversi pedagogisti o ricercatori (da Piaget a Bateson) abbiano dimostrato l’importanza di un contesto piacevole per favorire l’apprendimento (è più facile apprendere quando ci si diverte, e i giochi infantili rimangono i primi “maestri di vita” che ognuno di noi ha avuto) e nonostante ognuno di noi abbia fatto esperienza di questo, si continua a credere che le “cose serie” siano quelle che contano. Questo accade nella nostra cultura occidentale perché viviamo in un contesto che continua a separare la mente dal corpo, lo spirito dalla carne, (e il gioco viene erroneamente associato solo al corpo) così come si continua a confondere “informazione” con “educazione”.

L’educazione è frutto di esperienza, e l’esperienza non separa la mente dal corpo (non esiste mente senza corpo), quindi quando ci preoccupiamo di dare “informazioni” ai bambini tenendoli seduti nei banchi, o rinchiusi negli appartamenti, o chini sui libri di testo stiamo facendo fare, in realtà, un’esperienza di costrizione e stiamo solo tentando di educarli alla rinuncia dell’interezza mente-corpo. La televisione è molto più brava a dare informazioni tenendo tutti immobili davanti al suo schermo, quindi se gli insegnanti e gli adulti in generale pensano che educare significhi informare (piuttosto che condividere esperienze) devono tutti imparare a fare la televisione oppure, semplicemente, rinunciare ad educare delegando il compito alla televisione, che in effetti è quello che avviene al di là delle ipocrisie. Gli adulti, però, non possono pretendere che la televisione rinunci a fare la televisione: che diventi noiosa, buona, non violenta. La tv è sempre e solo immaginario e, come le fiabe, non può che essere eccessiva, amorale a lieto fine e violenta; e comunque cosa c’è di più violento di tenere qualcuno immobile di fronte ad uno schermo, o una cattedra, illudendolo di conoscere in questo modo il bene e il male del mondo? E poi la televisione parla direttamente al corpo: attraverso il montaggio, le inquadrature, i suoni, gli effetti speciali ecc. ecc. stimola continue microreazioni muscolari non controllabili consciamente dal cervello: anche per questo è piacevole.

Il principale problema della tv è che esiste in un mondo che confonde le immagini con la realtà, l’informazione con l’esperienza. Se ci fossero spazi e tempi di vita tesi a rispettare l’esistenza umana piuttosto che l’organizzazione della produzione di merci, la tv non sarebbe un problema. Non dico che bisogna “tornare alla natura”: viviamo da sempre in un ambiente artificiale, almeno da quando esiste l’agricoltura: le vigne, le stalle e le case non sono certo prodotti della natura ma opere tecnologiche. Una delle cause dell’attuale malessere esistenziale è che ci fanno credere che la tecnologia non sia naturale, che le macchine elettroniche (da non confondere con quelle meccaniche) siano estranee alla natura umana. Alimentare il senso di preoccupazione, timore ed inadeguatezza nei confronti della tecnologia significa allevare generazioni di “schiavi” dei padroni delle macchine.

Per risolvere i danni della tv bisogna vivere imparando a ricomporre la separazione mente-corpo, a separare le immagini dalle cose, rivalutare l’esperienza diretta rispetto al passaggio d’informazioni e soprattutto a essere più divertenti della tv! Sono tutte cose fattibili, basta volerle fare, anche perché la televisione non esiste: sono solo figurine che acquistano il valore che noi gli diamo. Le mie attività non sono certo la soluzione ai problemi accennati prima, ma uno stimolo a darsi da fare sdrammatizzando la situazione, un invito a vedere la questione da un altro punto di vista. Sono “giochi” dedicati a quegli adulti che hanno voglia di mettersi in gioco condividendo esperienze con i propri ragazzi, e che non si vogliono arrendere alla grande baby-sitter tv. Quello che conta, comunque, è creare rapporti diretti tra le persone, prendendo spunti dallo schermo tv piuttosto che da un mazzo di carte o da chissà cosa.

La televisione non è “il male” ma solo un oggetto domestico ormai naturale. Ci sono bambini e giovani adulti che sanno riconoscere un programma tv dopo 2 secondi ma non sanno riconoscere una pianta da un’altra: e se non possiamo arrampicarci su per gli alberi almeno lasciateci fare un po’ di zapping selvaggio con questa “nuova natura” che ci troviamo in casa: sarà comunque più divertente che aspettare qualcuno che mandi in onda il programma giusto.

per ora è tutto

Giacomo Verde
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ospite di C-Lab.it

Giacomo Verde
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