di e
con Lello
Voce: testi, spoken words
Giacomo Verde:
video-fondali live
Frank Nemola:
musiche, live-electronic e tromba
Uno
show case di circa 45
minuti di poesia, musica e video live che è già
stato presentato in Italia e all'estero.
E' basato sui testi di Lello Voce che hanno vinto il Premio Delfini di
Poesia nel 2003 e che sono raccolti in un libro-disco in libreria
dall'Aprile 2004.
I
temi sono quelli della
crisi di fine millennio, della globalizzazione incipiente, in cui le
tragedie politiche e sociali si mescolano allo sperdimento individuale,
all'inquinamento dell'immaginario,
alla perdita del sogno e dell'utopia.
Di
fronte ai video-fondali
live di Giacomo Verde (immagini riprodotte su un grande schermo e
realizzate sul momento attraverso riprese in macro e l'uso di un pc
portatile) e avvalendosi delle composizioni elettroniche di Frank
Nemola, la recitazione di Voce costruisce il filo ritmico di uno Spoken
Word ossessivo e assai ritmato, in cui parola, suono e immagini si
intersecano e si completano a vicenda, disegnando la nuova strada
italiana al live-poetry.
Un ibrido strano, che si fa sul palco, davanti alla gente, per la
comunità.
Un
strano "meticciato
artistico" di alta qualità: il poeta Lello Voce (primo EmCee
al mondo ad organizzare e a condurre un Poetry Slam internazionale); il
video-artista Giacomo Verde (da sempre maestro di video-performance); e
il musicista Frank Nemola (produttore dei
primi gruppi HipHop e underground italiani e attuale collaboratore di
Vasco Rossi).
Esigenze
tecniche:
spazio
scenico minimo 6x3
un buon
impianto audio con mixer e spie
1 microfono per
voce
1 microfono per
tromba
2 tavolini
1 leggio
8 fari
1
videoproiettore da 1600 ansi/lumen
1 telo da
proiezione minimo 3x4
1 sostegno per
il proiettore
Live
electronic music: Bad
Sector (massimo magrini)
Vjing: VerdeGiac (giacomo verde)
Kosmodrom
- zhivoe vistuplenie, dedicato a K.Tsiolkovsky e alle missioni
spaziali russe, è una collezione di tracce ambient
retro-futuristiche, con pseudo-ritmi sincopati e melodie minimali.
L'atmosfera
che si ricrea è quella dell'era gloriosa (e vintage) del
programma spaziale sovietico: dal piccolo Sputnik fino all'ultima
orbita della mitica stazione MIR.
Gran
parte della musica è stata ottenuta a partire da suoni di
sintetizzatori russi anni '60 e '70 (come l'Aelita e L'ANS) e dalle
conversazioni radio originali dei cosmonauti russi.
I
video di sfondo sono realizzati mixando dal vivo la ripresa di pezzi
di cruscotti di aereo degli anni 60 con le immagini dei diagrammi
delle astronavi e delle orbite dei mezzi spaziali. Un modo di fare
v-jing che mescola la manualità delle riprese in macro con la
rielaborazione digitale di quelle vecchie immagini che ci riportano
agli albori dell'elettronica.
REQUISITI
TECNICI per l'AUDIO:
- 1
tavolo (sul palco, lato destro) 1 x 1.5 metri, con panno nero per
coprirlo
- presa
(schucko) vicino al tavolo
- impianto
audio (buono e potente, possibilmente con sub), due canali (L/R)
disponibile nel mixer principale, con
2 cavi line sbilanciati (jack) che arrivano al tavolo
- 2
monitors (L/R) sul palco
REQUISITI
TECNICI per VIDEO:
-
1 tavolo (sul palco, lato sinistro) 1 x 1.5 metri, con panno nero per
coprirlo
-
una sedia
-
ciabatta con 4 prese vicino al tavolo
-
una cavo video RGB per collegare il PC dal tavolo sul palco al
videoproiettore
-
1 videoproiettore minimo da 1600 ansi/lumen
-
1 telo da proiezione su tutto il fondo della scena (altrimenti
minimo m. 3x4)
Luci
solo uno o due fari leggeri sul tavolo di Bad Sector. Nessuna
luce sul tavolo di Giac
Mentre i primi Tele-racconto di Giacomo Verde si basano sul rapporto tra parola
e immagine in questo si rinuncia completamente alla voce narrante per dare
spazio alle immagini e alla musica. Si "racconta" cosi' un viaggio all'interno
dello schermo televisivo, alla scoperta della sostanza luminosa delle immagini,
delle loro forme archetipe.
L'obbiettivo della video-camera inquadra un piccolo tv a cristalli liquidi
che ri-trasmette quello che la videocamera inquadra, ovvero se stesso.
Si ri-produce cosi' un'autovisione infinita, come le onde di un eco, che
ri-elaborata dagli effetti elettronici e dai misurati movimenti dell'animatore
crea una moltitudine di immagini sul filo conduttore di 5 diversi brani
musicali e ingigantite da un videoproiettore.
La tv si guarda dentro scoprendosi creatrice di immagine e non solo
ri-produttrice di "cose" esterne a se stessa.
Le musiche scelte per questo "viaggio elettronico" sono di matrice acustica
o etnica: un brano jazz degli Art Ensemble of Chicago, musiche di
Thaiti, Giappone, Macedonia e un brano di "sinfonica contemporanea" di
David Byrne.
Alcune volte la performance si e' accompagnata con musiche dal vivo
di Riccardo Senigallia o di Michele Sambin.
Durata: 45 minuti (ma si possono realizzare anche versioni ridotte)
Esigenze tecniche: Un video proiettore con schermo; Impianto acustico
adeguato; Un tavolino con una sedia; Un tv a colori; Sala totalmente oscurabile.